FACCIAMO IL PUNTO SULLA SANITA’ TOSCANA

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FACCIAMO IL PUNTO SULLA SANITA’ TOSCANA

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SANITA’ TOSCANA

Liste di attesa sanitarie ovvero armi di distrazione di massa. Da tanti anni ci sentiamo preda della sindrome delle liste di attesa ossia da questo nuovo virus di cui non si conoscono le origini, ma ahimè ne subiamo sicuramente le conseguenze. Cerchiamo di farci insieme delle domande e di compiere qualche riflessione Ma cosa sono le liste di attesa e come si formano?

Le liste sono la risultanza finale fra la domanda di servizi e l’offerta che l’Azienda Sanitaria offre. Quando nascono?

Non esiste una data precisa, ma il fenomeno comincia ad affacciarsi quando viene licenziata la Legge di riforma sanitaria Bindi cioè quando vengono trasformati gli ospedali in Aziende ed inizia il processo di aziendalizzazione della sanità pubblica.

E’ un fenomeno locale o è esteso in tutto il Paese?

Si conferma che è uno dei pochi fenomeni che unisce tutta l’Italia dal Sud al Nord coinvolgendo anche il Centro Italia.

Perchè esistono le liste di attesa.

Le liste di attesa servono ai tanti protagonisti della scena sanitaria ed ora vediamone i motivi. Intanto vengono erogati meno servizi rispetto alla domanda quindi vi è una minore spesa per l’Azienda, poichè se i cittadini richiedono l’ambulatorio oculistico per 20 ore settimanali e l’ASL offre l’ambulatorio per 15 ore ha risparmiato lo stipendio di 5 ore settimanali dell’oculista. Ed intanto aumenta progressivamente la lista di attesa.

Ma i pazienti che si rivolgono al CUP e si vedono programmare l’appuntamento fra tre o quattro mesi, necessitano dello specialista in tempi brevi poichè il problema di cui sono affetti deve essere risolto velocemente. Pertanto, ricattati da questa nuova istituzione chiamata “TEMPI di ATTESA” si rivolgono altrove, privatamente, anche se esenti ticket.

Oppure un’altra strada è quella di rivolgersi sempre ai servizi ospedalieri ma in Libera Professione Intramoenia, altra anomalia e contraddittorietà introdotta dalla già citata legge Bindi, che ricordiamo essere stata ministro PD. Con l’istituzione degli ambulatori Intra Moenia, lo Stato e la ASL ci guadagnano: su ogni prestazione che il cittadino paga, una bella percentuale viene spartita fra ASL, Regione e Stato (attraverso il pagamento dell’Irap)

In ultima, esistono le convenzioni con il privato. Se ci sono le liste di attesa la ASL e la Regione hanno la giustificazione per accendere le convenzioni con il privato che fa le corse per accaparrarsi pacchetti di prestazioni. E’ quindi evidente che il privato riesce a guadagnare dove il pubblico dimostra di perdere economicamente.

In conclusione a questa ultima riflessione sono evidenti i ricavi che ognuno degli attori di questa vicenda si porta a casa:

-la ASL offre meno servizi rispetto a quanto richiesto quindi spende meno, con l’Intramoenia guadagna invece di spendere,

-la Regione ugualmente,

-lo Stato idem attraverso le entrate dell’Irap,

– il privato si assicura così un maggior numero di clientela e l’unico che non ci guadagna ma perde spendendo ben due volte per prestazioni di cui ha il sacrosanto diritto è il cittadino.

Spende due volte perchè ha già versato la quota spettante attraverso le trattenute in busta

paga, tasse ed imposte.

Si può risolvere il problema delle liste di attesa?

Ebbene si! Assumendo più personale nei settori richiesti e governando la domanda (cioè evitare di far fare esami inutili e talvolta dannosi) risparmiando sulla corruzione, sulla inutile burocratizzazione e su inutili stipendi erogati a figure e ruoli che non rispondono ai bisogni dei cittadini.

                                                                                                            M5S Reggello