CANCELLATA LA REALIZZAZIONE DELL’INCENERITORE DI SELVAPIANA.. NOI CITTADINI PERO’ NON POSSIAMO FESTEGGIARE

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CANCELLATA LA REALIZZAZIONE DELL’INCENERITORE DI SELVAPIANA.. NOI CITTADINI PERO’ NON POSSIAMO FESTEGGIARE

di Roberto Grandis

In questi giorni i cittadini hanno potuto leggere sui quotidiani on line della nostra zona la notizia che è stata approvata in Consiglio regionale la cancellazione della realizzazione dell’inceneritore di Selvapiana.
Il 26 luglio 2017, il Consiglio regionale ha infatti approvato a maggioranza la cancellazione dell’impianto di Selvapiana dalla pianificazione regionale. Si fa riferimento alla soddisfazione dei sindaci di Valdisieve e Valdarno fiorentino.
Mi preme informare i cittadini su tutto l’iter del piano regionale dei rifiuti e sul fatto che nonostante la costruzione dell’impianto sia stata cancellata ,noi cittadini non possiamo gioire a pieno.
Con mercoledì 29 Novembre 2017 in Consiglio Comunale di Reggello ,con il voto favorevole della maggioranza ,si è conclusa la transazione del costo del termovalorizzatore di Selvapiana che verrà addebitata in bolletta a tutti i comuni del ATO Centro.
Per i cittadini di Reggello la somma da spalmare sulle prossime bollette dei rifiuti per l’anno 2018 sarà di circa 23mila 500 euro. NO non avete sbagliato a leggere..la cifra è proprio questa!
Resta l’amaro in bocca perché pagano sempre gli utenti questa ennesima incapacità amministrativa e di programmazione di un partito che governa la regione da troppo tempo e con troppi interessi nella gestione di qualsiasi bene comune. Si evidenzia ancora una volta il fatto che siamo gestiti da incompetenti che soprattutto mettono in atto meccanismi non trasparenti.
Nel consiglio sono stati espresse tutte le lacune di questa gestione e progettazione da parte di tutte le parti coinvolte ( comuni, provincia e regione ) e gli è stato anche ricordato del fatto che non hanno mai tenuto conto di nessuna direttiva che andava in una direzione diversa dalla loro .
Gli è stato ricordato anche come tante associazioni e movimenti politici, hanno protestato sin dall’ inizio dell’iter di questo piano dove c’era anche l’acquisto di Le Borra per conferirci le ceneri con una spesa da parte del comune di Figline di 730 mila euro circa. Sono tutte osservazioni che sono state dette e scritte per anni ma recepite solo quando il danno era ormai fatto.
Le prime direttive europee in materia di rifiuti risalgono alla seconda metà degli anni ’70: nel 1975 la direttiva sui rifiuti; nel 1976 la direttiva sullo smaltimento dei policlorobifenili e dei policlorotrifenili; nel 1978 la direttiva relativa ai rifiuti tossici e nocivi. In Italia, la prima legge nazionale sui rifiuti è il Decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915. Con questo Decreto per rifiuto si intende qualsiasi sostanza od oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all’abbandono. Avviene anche la prima classificazione dei rifiuti che vengono distinti in solidi urbani, speciali, tossici e nocivi. Inoltre si afferma anche il principio comunitario “chi inquina paga”, quindi chi produce il rifiuto è responsabile anche del suo smaltimento e vengono stabilite le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni.
Altra legge in materia di rifiuti è il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, meglio conosciuto come Decreto “Ronchi” che recepisce tre direttive europee: la 91/156/CE sui rifiuti, la 91/689/CE sui rifiuti pericolosi e la 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Questo Decreto individua delle nuove strategie per la gestione dei rifiuti riconducibili alla cosiddetta “strategia delle 4 R”. Le 4 R stanno per: riduzione, riutilizzo, raccolta differenziata e recupero energetico.
Per “riduzione” si intende una riduzione della produzione di rifiuti attraverso una migliore progettazione dei prodotti sul mercato e attraverso l’abbattimento dei residui nel ciclo di produzione.
Per “riutilizzo” si intende l’acquisizione di alcune pratiche come il vuoto a rendere, l’utilizzo della sporta di stoffa per la spesa con conseguente eliminazione dei sacchetti di plastica, l’acquisto di prodotti sfusi e di pile ricaricabili.
Per “raccolta differenziata” si intende la separazione dei rifiuti per poterli poi riutilizzare come materie prime.

Per la 4 R cioè il recupero energetico, dopo l’iniziale indirizzo agli inceneritori o termovalorizzatori con il passare del tempo sono sorti i problemi dovuti alla salute di chi vive nelle zone e in molte nazioni europee c’è stato una inversione di marcia riducendo il materiale da mandare in quei siti, aumentando la differenziata e riducendo gli imballaggi e adottando imballaggi con materiali riciclabili.